La maggior parte degli eventi della Caduta e del Old Dominion sono oggi dimenticati, tranne forse dagli studiosi più eruditi. Le voci provenienti dalle ultime ondate di rifugiati sarebbero diventate col tempo leggende, miti e racconti bardici. Forse la canzone che ha resistito di più fin dai tempi antichi è "The Last to Stand Guard".
In una metafora che cattura il coraggio e il sacrificio dell'Ultima Legione, "The Last to Stand Guard" elogia il loro dio patrono come l'ultimo dio in piedi del Pantheon. La canzone nomina Cleone come l'ultimo rifugiato ad arrivare alle Porte del Varco, apparendo davanti alle Porte molto dopo che anche l'ultimo dei rifugiati era passato, con le armi in frantumi e l'armatura lacerata, portando il corpo della dea Ninuah tra le braccia. Da solo, circondato dall'oscurità del Lungo Inverno e dal fumo e dalla cenere della Caduta, Cleone rimase fedele al suo ruolo di guerriero e protettore. Continuò a combattere per salvaguardare il passaggio a ovest per tutti coloro che potevano essere salvati, combattendo contro vecchi dei impazziti, adoratori assetati di sangue che bramavano carne umana e i resti in decomposizione del Dominio. Prosciugato, morente, Cleon chiede di poter morire da guerriero per mano dei suoi stessi seguaci, nominandoli primi Cavalieri al seguito del Primo. Molti Cavalieri Erranti dell'Ordine dello Scudo sono noti per cantare questa canzone durante i loro viaggi, ricordando alla gente comune che l'Ordine sostiene ancora i valori della Legione che lo ha generato.
In una variante particolarmente popolare tra gli Altipiani di Braeon, Cleone consegna il corpo di Ninuah ad Akelus, un legionario di Kelton. A lui viene affidato il compito di portarlo al suo popolo prediletto, metafora dei loro discendenti, che non hanno mai dimenticato la protettrice dei loro antenati e, di fatto, ancora oggi venerano la Madre al di sopra di tutti gli Aspetti. Una canzone a parte, "The Parting Gift", ribadisce questo motivo e amplia il ruolo della Dea. Fu la sua benedizione a offrire le acque di un vasto lago, il Bounty, come dono al suo popolo e come risposta ai sussurri di una terra promessa di cui parlavano i druidi Keltonni. Per creare il Bounty, Ninuah trasmise tutta la sua forza residua, assicurando che la distruzione della Caduta sarebbe stata mitigata e che, anche nella fredda oscurità del Lungo Inverno, il suo popolo avrebbe avuto un riparo e una terra fertile. Col tempo, il suo dono si sarebbe inasprito e il Bounty sarebbe diventato il Mare Amaro, quando le sue acque si sarebbero mescolate con le lacrime salate dei sopravvissuti del Dominio.
Molte altre canzoni esplorano le gesta finali di questi due dei e tutte parlano del loro sacrificio alla fine. Considerando i loro continui sforzi per contrastare i folli piani di Hazlia, è molto probabile che ciò sia vero. Sebbene il vero destino di Ninuah e Cleon sia oscurato dietro un velo troppo spesso di miti e canzoni, è una testimonianza del loro successo il fatto che, ancora oggi, la gente dell'Hundred Kingdoms ricordi questi due dèi e il loro sacrificio, in un modo o nell'altro.